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«L’inclusione nell’istruzione non è negoziabile.»

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Il dibattito sull’inclusione nell’istruzione è stato lanciato di recente a livello cantonale e nazionale. Pro Infirmis ha affrontato il tema in occasione dell’Assemblea delle delegate e dei delegati.  Per l’organizzazione va da sé che nel nostro paese il diritto a una partecipazione paritaria e inclusiva all’istruzione deve essere vincolante e non può essere messo in discussione.

Dieci anni fa, ratificando la Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità la Svizzera si è impegnata a implementare un sistema educativo integrativo (articolo 24): nessuno deve essere escluso dalle lezioni scolastiche generali a causa di una disabilità.

La verifica dell’attuazione di questo articolo in Svizzera da parte del Comitato dell’ONU ha destato qualche preoccupazione: un elevato numero di bambini continua infatti a frequentare istituti separati e le risorse da destinare all’istruzione inclusiva nella scuola regolare sono insufficienti.

Dubbi ingiustificati nei progressi

Invece di reagire per colmare queste lacune e di dibattere sul sostegno necessario, oggi in Svizzera si mette in discussione l’istruzione inclusiva. Iniziative cantonali e prese di posizione di partiti esprimono infatti dubbi su quello che in realtà è un progresso a livello di diritti umani e di politica in materia di istruzione.

In occasione dell’Assemblea delle delegate e dei delegati di Pro Infirmis tenutasi il 21 giugno a Bienne, il co-Presidente Manuele Bertoli è stato perentorio al riguardo: «L’inclusione nell’istruzione non è negoziabile». Secondo l’attuale stato delle conoscenze, del resto, i vantaggi della scuola integrativa sono indiscutibilmente superiori agli svantaggi, come ha confermato Romain Lanners, Direttore del Centro svizzero di pedagogia speciale e curativa, al «Tages-Anzeiger».

Bertoli, già responsabile del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), risponde con cognizione di causa anche al frequente argomento inerente ai costi: «Separare i bambini non genera alcun risparmio, anzi, anche le scuole speciali devono essere finanziate, e gestire un sistema parallelo rischia di essere ancora più caro».

Chiara posizione di Pro Infirmis

Se la Svizzera vuole diventare una società inclusiva, la partecipazione all’istruzione di base è imprescindibile per favorire gli incontri tra persone con e senza disabilità, ancora troppo rari al giorno d’oggi. Pearl Pedergnana, co-Presidente di Pro Infirmis, ha concluso l’Assemblea delle delegate e dei delegati con una dichiarazione che non ammette repliche: «Dobbiamo impegnarci e lottare per l’inclusione nell’istruzione, e lo faremo».

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