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Abitare in modo autodeterminato: la politica discute temi importanti che toccano le persone con disabilità

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Durante la sessione primaverile del Parlamento svizzero, vi è stato fermento sul tema dell’abitare che riguarda le persone con disabilità. Il Consiglio degli Stati ha sostenuto un nuovo disciplinamento legale per una maggiore autodeterminazione, mentre il Consiglio nazionale è stato chiamato a esprimersi su prestazioni complementari per l’accompagnamento a domicilio. Il Consigliere nazionale Martin Candinas ha dal canto suo presentato un’interpellanza per una migliore protezione dalle disdette negli istituti. 

Fondamentalmente, in Svizzera si è liberi di decidere dove e come vivere, una libertà tuttavia spesso preclusa alle persone con disabilità. L’attuale sistema continua a essere orientato all’abitare in istituto, anche perché i fondi di sostegno sono legati ai posti disponibili e mancano alternative. Il risultato è che nel nostro paese circa 150'000 persone vivono in un istituto, sovente contro la loro volontà. 

L’iniziativa per l’inclusione, che riprende un aspetto essenziale della Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dalla Svizzera, mira a cambiare la situazione. 

Una pietra miliare per l’autodeterminazione nell’abitare 

Durante la sessione primaverile, il Consiglio degli Stati ha inoltrato al Consiglio federale una mozione che chiede l’ammodernamento della Legge federale sulle istituzioni che promuovono l’integrazione degli invalidi (LIPIn). 

La revisione dovrebbe consentire alle persone con disabilità di scegliere liberamente la forma abitativa che preferiscono e il luogo di residenza, e di ricevere il sostegno necessario. La mozione esige basi giuridiche al passo con i tempi, affinché i fondi che finora confluivano in primis nelle istituzioni in futuro siano destinati anche a offerte di sostegno ambulatoriale. 

Più protezione per gli ospiti di istituti 

Parallelamente, il Consigliere nazionale Martin Candinas (Il Centro) ha presentato un’interpellanza che fa notare la lacuna giuridica esistente per chi abita in un istituto. I contratti di ammissione in istituti per persone con disabilità, per anziani e di cura, infatti, sono gestiti alla stregua di contratti di mandato e possono pertanto essere disdetti in qualsiasi momento senza addurre motivi particolari. 

Con una disdetta in mano e nessuna prestazione di assistenza, gli ospiti potrebbero dunque trovarsi da un momento all’altro in situazioni di precarietà. Candinas chiede al Consiglio federale se nel quadro della revisione della LIPIn possano essere introdotte disposizioni in materia che proteggano maggiormente le dirette e i diretti interessati. 

Accompagnamento a domicilio con prestazioni complementari 

Un ulteriore progresso è l’approvazione del Consiglio nazionale di una modifica della Legge federale sulle prestazioni complementari all’AVS/AI: le persone che percepiscono il contributo per l’assistenza dovrebbero ricevere un supplemento mensile di 500 franchi per mettere a disposizione una camera a chi si occupa dell’assistenza notturna. Sono previsti miglioramenti anche per le comunità abitative: se più persone in sedia a rotelle vivono insieme, in futuro il supplemento per appartamenti accessibili in sedia a rotelle potrà essere conteggiato due volte per economia domestica. Entrambe le modifiche rafforzano l’autodeterminazione in casa propria. 

La palla al Consiglio federale e al Consiglio degli Stati 

Gli atti presentati durante la sessione dimostrano che il tema dell’abitare per le persone con disabilità ha attirato l’attenzione politica che merita. La strada verso la libertà di scelta in questo ambito è tuttavia ancora lunga. 

È fondamentale che il Consiglio federale elabori celermente una bozza di revisione della LIPIn che conceda effettivamente una maggiore autodeterminazione. La revisione deve avvenire in stretta collaborazione con le persone con disabilità e le loro organizzazioni, come richiesto anche dalla mozione. Per quanto riguarda invece la Legge federale sulle prestazioni complementari all’AVS/AI, invece, la palla è ora nel campo del Consiglio degli Stati, la cui approvazione è necessaria per migliorare le basi finanziarie dell’accompagnamento a domicilio. 

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