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Il Tribunale federale ammonisce il governo

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Il Tribunale federale ha respinto un reclamo dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), rafforzando così i diritti delle persone con disabilità per un calcolo equo del grado di invalidità. Pro Infirmis saluta questa decisione. 

La contesa per un calcolo equo del grado di invalidità per le persone con disabilità ha vissuto una svolta. Nonostante le critiche delle organizzazioni attive nel campo della disabilità, nel 2022 il Consiglio federale aveva radicato l’ingiusta prassi dei salari troppo alti ed escluso la maggior parte delle deduzioni (adeguamenti giustificati per singoli casi sulla base della situazione individuale della persona assicurata).  

Il Parlamento ha richiesto una revisione 

Con una schiacciante maggioranza nelle due Camere, il Parlamento ha invitato il Consiglio federale a riconsiderare la questione. Come dimostrano alcuni studi, un calcolo equo comporterebbe una riduzione forfetaria del 17 per cento dal salario tabellare e la possibilità di ulteriori detrazioni in base alla situazione individuale di una persona.  

Il governo si è nuovamente opposto, imponendo una riduzione arrotondata e non scientificamente comprovata del 10 per cento ed escludendo allo stesso tempo altre deduzioni (vedi articolo). 

Il Tribunale federale respinge il ricorso

Un caso – in cui l’UFAS voleva stralciare una di queste riduzioni – è recentemente approdato al Tribunale federale, il quale si è espresso a favore della persona assicurata.  

Mon Repos ha infatti deciso che la concessione di una riduzione secondo l’affezione è legittima e che il Consiglio federale, violando tale diritto a livello di ordinanza, ha agito contro la legge.  

Per Amir Brunner, responsabile del servizio giuridico di Pro Infirmis, la sentenza è giusta: «La riduzione è un correttivo importante che tiene conto del singolo caso e che può correggere i costantemente troppo alti salari per le rendite AI. Il fatto che la prassi del Tribunale federale si sia imposta sull’ordinanza sull’assicurazione per l’invalidità è sicuramente positivo». 

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